
con Martin Schulz
Scrivo queste poche righe in transito fra due tappe internazionali, brevi ma intense. Prima di partire per gli Stati Uniti, ieri sono stato a Bruxelles, insieme a Dario Franceschini e Piero Fassino. Abbiamo ottenuto un grande risultato: una nuova casa per i democratici in Europa. Come sapete, non è un fatto di poco conto. Ci stiamo lavorando da tempo, da quando – prima ancora che nascesse il Pd – gli eurodeputati “Uniti nell’Ulivo” erano “disuniti a Strasburgo”, sedevano in due gruppi diversi – Margherita nell’Alde e Ds nel Pse – pur collaborando attivamente in molte occasioni. C’è stato un lungo dibattito sulla collocazione europea del Pd, con i timori di ulteriori spaccature o di un “assorbimento” nel Pse. Noi abbiamo lavorato per superare i vecchi steccati, per rinnovare le famiglie politiche europee. Il Partito Democratico, forte di una considerevole rappresentanza, è protagonista nella costruzione di questa nuova casa europea, che si chiama Asde, ovvero Alleanza dei socialisti e dei democratici.
A Bruxelles abbiamo incontrato il leader del Pse, Martin Schulz , quello che Berlusconi definì, con un’orrenda battuta, adatto al ruolo di “kapò″ in un film sui campi di concentramento nazisti: chi desidera, può rivederlo – insieme all’altra infelice battuta sui “turisti della democrazia” (clicca qui).
Il Pse ha accettato di compiere questo passo indicato dai democratici italiani. Riporto la dichiarazione di Schulz: “Si tratta di un passo importante per noi, che va nella direzione auspicata da tempo e sono molto soddisfatto per il fatto che il Pse, anche nella sua espressione parlamentare, abbia accettato di seguire questa strada. La portata di questo passo in avanti si capirà nel tempo. Ci sono le condizioni per costituire un’alleanza dei socialisti e democratici che unisca le forze del Pse e dei democratici italiani per la costruzione di un campo più largo”. E’ il nuovo progetto che accomuna le forze riformiste, progressiste ed europeiste, che nel 2009 non devono più guardarsi alle spalle ma affrontare le nuove sfide, prima di tutto arginando l’ondata di destra emersa dalle ultime elezioni europee e ripensando il ruolo delle forze politiche democratiche nello scenario internazionale, all’alba dell’era Obama. A questo proposito, da oggi a domenica partecipo alla Conferenza di White Oak (Usa) sui rapporti tra Stati Uniti ed Europa.
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