Lapo Pistelli

Il blog.

Una nuova casa per i Democratici in Europa

Inviato da Lapo Pistelli il 12 giugno 2009

con Martin Schulz

con Martin Schulz

Scrivo queste poche righe in transito fra due tappe internazionali, brevi ma intense. Prima di partire per gli Stati Uniti, ieri sono stato a Bruxelles, insieme a Dario Franceschini e Piero Fassino. Abbiamo ottenuto un grande risultato: una nuova casa per i democratici in Europa. Come sapete, non è un fatto di poco conto. Ci stiamo lavorando da tempo, da quando – prima ancora che nascesse il Pd – gli eurodeputati “Uniti nell’Ulivo” erano “disuniti a Strasburgo”, sedevano in due gruppi diversi – Margherita nell’Alde e Ds nel Pse – pur collaborando attivamente in molte occasioni. C’è stato un lungo dibattito sulla collocazione europea del Pd, con i timori di ulteriori spaccature o di un “assorbimento” nel Pse. Noi abbiamo lavorato per superare i vecchi steccati, per rinnovare le famiglie politiche europee. Il Partito Democratico, forte di una considerevole rappresentanza, è protagonista nella costruzione di questa nuova casa europea, che si chiama Asde, ovvero Alleanza dei socialisti e dei democratici.

A Bruxelles abbiamo incontrato il leader del Pse, Martin Schulz , quello che Berlusconi definì, con un’orrenda battuta, adatto al ruolo di “kapò″ in un film sui campi di concentramento nazisti: chi desidera, può rivederlo – insieme all’altra infelice battuta sui “turisti della democrazia” (clicca qui).

Il Pse ha accettato di compiere questo passo indicato dai democratici italiani. Riporto la dichiarazione di Schulz: “Si tratta  di un passo importante per noi, che va nella direzione auspicata da tempo e sono molto soddisfatto per il fatto che il Pse, anche nella sua espressione parlamentare, abbia accettato di seguire questa strada. La portata di questo passo in avanti si capirà nel tempo. Ci sono le condizioni per costituire un’alleanza dei socialisti e democratici che unisca le forze del Pse e dei democratici italiani per la costruzione di un campo più largo”. E’ il nuovo progetto che accomuna le forze riformiste, progressiste ed europeiste, che nel 2009 non devono più guardarsi alle spalle ma affrontare le nuove sfide, prima di tutto arginando l’ondata di destra emersa dalle ultime elezioni europee e ripensando il ruolo delle forze politiche democratiche nello scenario internazionale, all’alba dell’era Obama. A questo proposito, da oggi a domenica  partecipo alla Conferenza di White Oak (Usa) sui rapporti tra Stati Uniti ed Europa.

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Lo scenario politico, il Partito Democratico, le elezioni europee e le amministrative. 3^ puntata

Inviato da Lapo Pistelli il 13 maggio 2009

Le elezioni europee.

Ho ricominciato in queste settimane a partecipare ad iniziative elettorali sul rinnovo del Parlamento europeo, istituzione che ho servito dal 2004 al 2008 come capogruppo dell’Alde e come membro di varie commissioni.
Confesso una certa esitazione quando leggo gli slogan dei diversi candidati – tutti orientati a convincere che si crede all’Europa, quella vera, quella nuova, quella che funziona, e che si portano in dote passioni e competenze sconosciute in passato – e confronto la campagna con il sistematico cono d’ombra che poi si chiude su Bruxelles e Strasburgo fra un voto e l’altro.
Chi mi conosce sa con quanta convinzione io creda al progetto europeo, al suo straordinario successo nell’aver allontanato dal cuore del nostro continente la minaccia della guerra, della fame, la paura del prossimo, nell’aver costruito la più grande area di pace, benessere, rispetto dei diritti umani dell’intero pianeta, nell’essere divenuto punto di riferimento per ogni altra esperienza di integrazione politica ed economica di altre parti del globo.
Un club che ha triplicato i suoi soci negli ultimi venti anni, che ha modificato sei volte i suoi trattati nello stesso periodo, che è amato se si interrogano i cittadini rispetto a ciò che dovrebbe fare domani ma che raccoglie troppe perplessità per ciò che fa oggi. Un’Europa in trasformazione dunque.euro-babele
Un segno di questa trasformazione sarà dato dalle nuove case politiche che stiamo costruendo. Cinque anni dopo avere dato personalmente vita all’Alde, cioè all’Alleanza fra Liberali e Democratici, è tempo di dare una più compiuta casa al centrosinistra europeo facendo evolvere il progetto verso una nuova Alleanza fra Socialisti e Democratici, che tenga assieme i diversi riformismi europei e che tenga nello stesso gruppo i deputati del Partito Democratico.
Siamo molto avanti. Il lavoro svolto in queste settimane con Dario Franceschini e Piero Fassino, a Santiago (leggi qui), Bruxelles, Londra, Parigi, Berlino, Madrid ci dice che sta aprendosi una nuova stagione di collaborazione europea e di cooperazione politica transatlantica, fortunata complice la vittoria di Obama alle elezioni americane. Leggi tutto »

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Chi vuol essere democratico ?

Inviato da Lapo Pistelli il 24 marzo 2009

Mancano poco meno di 80 giorni alla tornata elettorale amministrativa ed europea di giugno.
E il Partito Democratico si gioca qualcosa di più di una leadership dopo le dimissioni di Walter Veltroni e l’elezione di Dario Franceschini alla segreteria.
Nel grande e omonimo romanzo di avventure, 80 giorni erano il tempo limite di una scommessa quasi impossibile, il giro del mondo; oggi questo è l’orizzonte che abbiamo davanti a noi per riprendere il filo interrotto con il Paese, per calare l’ambizione democratica non tanto nelle questioni interne di partito quanto nella crisi terribile che il Paese attraversa.
In tutta Europa, ci si attende che i partiti di governo vengano puniti e le opposizioni siano premiate: capita così, in genere, nei momenti di difficoltà.
In Italia, la natura populista della coalizione di governo, la confusione fra la oggettiva responsabilità di governo che porta sulle spalle e il linguaggio volutamente rozzo che imperversa nel circuito mediatico, una volta negando la crisi, un’altra scaricando la responsabilità su comunisti e fannulloni, potrebbe condurre all’esito paradossale contrario. Governo, non ho idee, strillo, do la colpa all’opposizione e vinco pure.
Il neo segretario del PD ha un merito grande. Non c’è stato ancora tempo di riprendere una riflessione compiuta sulla identità democratica, ma in poche settimane, con alcuni posizionamenti netti e decisi su costituzione, assegno di disoccupazione, crisi e interventi sui redditi alti, Franceschini ha ridato una boccata di ossigeno ad una periferia stremata dalle trappole del confronto interno e ha invitato tutti a martellare sul governo rinviando ad altra data il dibattito su di noi. Walter Veltroni, nella conferenza stampa di addio, aveva ironizzato sulle differenze fra un’assemblea di centrodestra ed una di centrosinistra: nella prima si prendono applausi attaccando il centrosinistra, nella seconda si prendono voti attaccando… il centrosinistra. Appunto !
Che sia una tregua o che sia una luna di miele in attesa delle liste e delle urne, io credo che si debba sostenere con convinzione il segretario e coloro che, come Piero Fassino, hanno sostenuto questa pesante assunzione di responsabilità. Sostenere cioè a Roma e sul territorio coloro che pensano che il Pd si definisca nella battaglia politica, che un partito non sia l’incontro diplomatico di due resti di identità esangui e stremate, che tocca a chi ha più esperienza offrire un campo nuovo di impegno ai tanti, come sabato scorso a Cinecittà, che hanno assunto responsabilità nei circoli.
Questo tempo corre veloce. Corre veloce e morde profonda la crisi, che costringe a rivedere stime e numeri settimana dopo settimana.
Corrono veloci gli innamoramenti e le delusioni dell’opinione pubblica verso i protagonisti della politica, più simili ai personaggi della casa del Grande Fratello che a detentori e rappresentanti di una speranza collettiva.milionario

Per questo, giocando anche noi sul contrasto fra forma e sostanza, fra comunicazione politica e trasformazione sociale, ripartiamo con una grande assemblea che abbiamo nominato “Chi vuol essere democratico ?” Saranno a Firenze, al Teatro di Rifredi in Via Vittorio Emanuele (accanto a Piazza Dalmazia), lunedi 30 marzo alle ore 21, Gianclaudio Bressa e Marina Sereni, vice presidenti del Gruppo PD alla Camera. E’ un’occasione per ridare senso e prospettiva all’impegno degli ultimi mesi, per condividere la passione di una fusione calda, sperimentata alle primarie fiorentine, con molti altri amici e compagni non solo fiorentini.
E’ un invito da estendere a tutti coloro che abbiamo coinvolto in queste settimane e che ci chiedono oggi verso quale direzione e con quale obiettivo dobbiamo muoverci. Che sia un segnale di fiducia per noi e un segnale politico per chi ci guarda da fuori e misura la febbre al nostro partito.
Vi aspetto davvero numerosi.
Lapo

 

Post Scriptum
Nell’ultima settimana, su alcuni giornali fiorentini a seguito di una mia missione a Bruxelles sono state pubblicate delle cosiddette indiscrezioni che mi darebbero possibile candidato alle elezioni europee. Trattasi ovviamente di una bufala di cattiva qualità che poteva essere evitata semplicemente alzando il telefono e chiedendo al diretto interessato. Ma forse aumenta il Pil e anche l’entropia se prima si dice una cosa per poi obbligare alla precisazione e alla smentita.
Avverto perciò preventivamente lettori e giornalisti che sono in partenza (mercoledì sera) per il Cile, per il vertice annuale di Policy Network, un palcoscenico di grande rilievo per il riformismo mondiale con i consueti 300 invitati: dopo l’esperienza dell’anno scorso a Londra (dove andai una settimana prima del voto a prendere i messaggi augurali di Brown, Zapatero, Bachelet per il Partito Democratico) quest’anno accompagnerò Dario che fa il suo primo ingresso in questo nuovo circuito. Sono stati programmati incontri con Gordon Brown, Lula, Zapatero e forse il vice presidente Biden. Cercherò di raccontare qualcosa, se mi riesce. Un avviso dunque per gli amici giornalisti: in Cile si vota in autunno per le elezioni presidenziali, ma giuro solennemente che, pur andando là, non intendo per ora candidarmi. A presto.

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