Lo scenario politico, il Partito Democratico, le elezioni europee e le amministrative. 1^ puntata
Inviato da Lapo Pistelli il 11 maggio 2009 - 14:42
Lo scenario politico
Fra quattro settimane, gli italiani saranno chiamati alle urne per le elezioni del Parlamento europeo e per il rinnovo di un gran numero di amministrazioni comunali e provinciali.
Si tratta di un test politico di grande importanza poiché dopo un turbine di sondaggi sapremo finalmente il giudizio sintetico che il corpo elettorale esprime su un anno di governo Berlusconi, sul progetto del Pd, sui gruppi dirigenti locali, sullo stato di salute del progetto europeo. Tanta roba. Anche difficile da decifrare, appunto, in un giudizio sintetico.
Per questo ci dedicheremo a questa complicata vicenda in 4 puntate.
Secondo alcuni - e spesso la mia analisi o meglio il mio stato d’animo spinge in quella direzione - abbiamo di fronte il Berlusconi più forte degli ultimi 15 anni.
Molte sono le ragioni di questo rapporto di forze. Innanzitutto la concentrazione di potere politico, economico, mediatico ha toccato il suo apice e sembra che, al di là dei tentativi dell’opposizione, anche quelle parti dell’establishment economico, della borghesia italiana, della Chiesa, che una volta marcavano una distanza dal progetto berlusconiano abbiano, nella migliore delle ipotesi, tirato i remi in barca quando invece non manifestano una vera e propria infatuazione tardiva verso il leader della destra italiana.
In seconda istanza, è triste ma giusto riconoscere che la società si è mitridatizzata alle dosi di veleno progressivo che il berlusconismo ha inoculato nelle vene del nostro corpo: atteggiamenti, frasi, dichiarazioni che pochi anni fa avrebbero sollevato un sano sdegno, una capacità di reazione, quel classico “vergogniamoci per lui” - e che ancora oggi stupiscono qualsiasi osservatore o cittadino straniero abituato a ben altri standard politici - passano oramai nell’indifferenza generale ed anzi fanno parte del senso comune sullo sputtanamento della politica. Romano Prodi si tirò addosso una valanga di critiche quando disse, anni fa, che Forza Italia era tendenzialmente il partito di quelli che parcheggiavano in seconda fila e chiedevano sempre l’aiutino. Non disse mai il giorno dopo di essere stato frainteso e colpì per un linguaggio insolitamente diretto ma non era lontano dal vero. Poco importa ora che non ci sia primo ministro di un Paese del G8 che faccia parlare di sé per le veline in lista o per le feste a sorpresa con i collier di diamanti in tasca. Questa è l’Italia di oggi e il premier, quando non strapazza personalmente gli avversari, è comunque sempre scortato da una falange di picchiatori politici e mediatici che si incaricano sempre di spiegarti che un bel rutto in televisione è popolare e fa audience e che chiunque non si adegui a questo linguaggio è un aristocratico fuori mercato.
Matteo Colaninno, pochi giorni fa, mi diceva che è vero che in Italia manca probabilmente un Obama capace di suscitare speranza e cambiamento ma che forse un Obama in questa Italia, altrettanto probabilmente, perderebbe le elezioni.
Da ultimo, Berlusconi è forte perché sono più deboli i suoi avversari, cioè noi. Mentre il Pd è nato da un complicato processo di congressi e fusioni, il PdL è nato da un discorso su un predellino e si è concretizzato con ben maggiore rapidità e senza dispute sulla leadership, completando la transizione del centrodestra italiano in anticipo sul centrosinistra.
In proposito, il sondaggio Ipsos sul Sole 24 ore di due domeniche orsono scolpiva con chiarezza una condizione preoccupante di minorità dell’opposizione in tutti i segmenti sociali italiani, anagrafici, professionali, territoriali. Prendendola con ironia, veniva da citare l’eccezionale Michele Serra che concludeva un suo pezzo invitando a prendere atto che il centrosinistra è culturalmente minoritario e che comunque valeva la pena che questa “minoranza di persone per bene si facesse compagnia” in attesa di tempi migliori.
Secondo altri, e non si tratterebbe di un generico richiamo all’ottimismo, il ciclo berlusconiano è a un passo della sua conclusione. Tutti gli eccessi dell’ultimo semestre - vitalità ormonale, copie dei suoi discorsi vergati su pergamena e regalati ai congressisti del PdL - sarebbero il finale pirotecnico di un periodo che comunque volge alla fine, che esorcizza la crisi non comprendendola, che si è rivelato incapace di qualsiasi riforma di struttura indulgendo sui tasti di sempre (libertà dalle regole, sicurezza e immigrazione, case e condoni come volani della ripresa), puntando sempre - avrebbe detto Verga - alla “roba” del Paese, anche mangiandosi quindici anni di risanamento macroeconomico come in un tragico gioco dell’oca visto che il rapporto debito/Pil è tornato al 120% come nei primi anni 90.
Questo vicolo cieco si rivelerà presto, fra qualche mese, al momento della discussione sul Dpef, il documento che spiega le riforme da fare e le accompagna con l’indicazione delle risorse da spendere. Finita la finanza creativa, finita anche la fase delle riforme fatte con i soldi dei privati (dalle banche, alla sicurezza in outsourcing con le ronde, al “piano casa” con l’aumento fai da te delle cubature), si vedrà se il Paese è pronto ad ascoltare anche un’altra campana, meno squillante, forse troppo seria, però vera.
E qui entra in gioco il Partito Democratico, cioè noi. Ma di questo parliamo domani.
11 maggio 2009 - 17:09 alle 17:09
Credo che Berlusconi non solo sia forte ma lo sia sempre stato. Noi abbiamo giocato una partita di calcio contro uno che ha sempre giocato una partita di rugby. Chi avrebbe pensato 15 anni fa che argomento del dibattito politico sarebbero diventate le veline e vicende private. Berlusconi ci trascina su pendii in cui non risconosciamo gli argomenti del nosrtro agire politico. Abbiamo fatto un partito il PD tra difficoltà timori, nostalgie, speranze, Berlusconi ha costituito un rassemblement di destra in mezz’ora senza se e ma(solo qualche forse).Occorre pazienza e non credere in una rapida vittoria che, se siamo onesti con noi stessi e con i numeri, manca allo schieramento che si è contrapposto al movimento di Berlusconi dal girono in cui lui è entrato in politica. Ciao Andrea Venturini
11 maggio 2009 - 18:46 alle 18:46
Caro Lapo,
visto che del PD parlerai domani,credo tu sappia come molte persone che non hanno mai aderito a Forza Italia, ma che , anche, non hanno mai avuta molta simpatia per gli ex, o per i post comunisti, hanno ascoltato con interesse l’appello fatto da Veltroni con il discorso del Lingotto, Io sono uno di loro, e come tanti di loro sono fra i fondatori del PD.Ma oggi, a distanza di un anno che ne è di quel PD disegnato a Torino? Non pensi che questa non allegra situazione sia frutto anche de fallimento di quel progetto? E tu che sei addetto ai lavori, non ritieni che le cause di quel fallimento vadano ricercate, prima di tutto, all’interno del P.D. ?
Tanta gente non voleva morire democristiana, a me, ti confesso, non sarebbe dispiaciuto, ma mi contenterei di non morire Berlusconiano. Datevi da fare, tanti orfani del Lingotto sono in aspettativa.
Cordialmente Felice Cecchi
11 maggio 2009 - 20:19 alle 20:19
Il ciclo è finito? Forse quello di Berlusconi premier si sta avviando verso la fine, e non è poco, il problema è che la nostra società è intrisa di berlusconismo e rischia di scivolare nuovamente in tempi rapidi, magari con un altro show man. La battaglia che il PD si deve proporre di fare è difficile e a lungo termine. Senza la presunzione di avere ragione su tutto e su tutti, ma voler cambiare un po’ questa Italia non ci farebbe male.
11 maggio 2009 - 20:46 alle 20:46
QUESTO GOVERNO è UNN GOVERNO MEDIOCRE CHE HA FATTO LE SOLITE LEGGI AFAVORE DI UNA AZIENDA O PERSONA, CHE HA SVENDUTO L’ALITALIA, CHE FA LEGGI DEMAGOGICHE SULLA SICUREZZA ETC.ETC….TUTTAVIA, DOPO L’ULTIMO GOVERNO PRODI (CHE TRA L’ALTRO HA RAGGIUNTO, NONOSTANTE LE DIFFICOLTà DEI NUMERI RISICATI, DEI TRAGUARDI) , AGLI OCCHI DEGLI ITALIANI QUESTO APPARE UN GOVERNONE…SEMPLICEMENTE PERCHé DA L’IMPRESSIONE DI DECIDERE, COMPATTO, IN FRETTA E GOVERNARE….. E TUTTA LAPOTENZA MEDIATICA DEL NANO OGNI GIORNO FA PASSARE QUESTO MESSAGGIO: IL GOVERNO DECIDE! SIETE GOVERNATI!
GLI ERRORI DEL CENTROSINISTRA SI PERDONO NELLA NOTTE DEI TEMPI, DALLACA CADUTA DEL PRIMO GOVERNO PRODI, FINO ALLA BICAMERALE (legittimando a riscrivere la costituzione delle forze che non erano costituenti e nemmeno democratiche), FINO ALLA NASCITA DEL PARTITO DEMOCRATICO PROPRIO QUANDO IL BERLUSCA ERA MORTO E SEPOLTO..BASTAVA GOVERNARE ALTRI DUE ANNI….
COMUNQUE VEDO CHE IN TERMINI CULTURALI IL BERLUSCONISMO HA CONQUISTATO ANCHE LA SINISTRA….PER ESEMPIO:
I TERMINI “SCENDERE IN CAMPO”, L’USO DEI VOCABOLI ANGLOSASSONI ETC…
PER ESEMPIO….ABBIAMO IL MINISTRO DEL WELFARE! SIC…; EPPURE COSA CI DOVREBBE ESSERE DI PIù ITALIANO DEL GOVERNO ITALIANO?? NIENTE…EPPURE ABBIAMO UN MINISTERO INGLESE!! AHAHAH….COME SE IN INGHILTERRA AVESSERO IL “MINISTRO DELLA DIFESA”…..DETTO IN ITALIANO…A ME PAIONO COSE DI UN PROVINCIALISMO UNICO! MANCA LA CULTURA ITALIANA…E C’è LA CULTURA DELLE NEW TOWNS, DEL FAMILY DAY, DEL PREMIER (NON DEL PRESIDENTE)..ETC.E.TC….FORSE LE UNICHE PAROLE NUOVE CHE SONO ANDATE AD ARRICCHIRE LA NOSTRA LINGUA IN QUESTO 30ENNIO MEDISETTIANO..SONO PAROLE TIPO….VELINISMO!!!!
11 maggio 2009 - 20:53 alle 20:53
comunque sono daccordo con l’analisi di lapo
11 maggio 2009 - 21:33 alle 21:33
Signori, non scherziamo. Lui fa quello che vuole e, per certi aspetti, un uomo di destra, deve fare. Il problema è un altro. Cosa facciamo noi. Il progetto di Veltroni è fallito, il congresso spinto in là, chissà perchè, il “compromesso storico” non si è ancora compiuto. Nelle chiese e nelle case del popolo il PD non è ancora stato digerito, ma sopratutto, caro Lapo, il berlusconismo ha avvelenato anche noi, anche noi abbiamo nelle vene 20 anni di televisione commerciale e anche noi, spesso, parliamo per slogan. Nelle case del popolo, pancia reale della sinistra, serpeggiano strani discorsi, velati razzismi, rabbiose insicurezze, tutte emozioni che il sultano sa cavalcare benissimo. Dai vertici, ma anche dai sindacati scaturisce un senso di conservatorismo preoccupante. Vince la volontà di non cambiare, pur di rischiare le batoste elettorali. Mentre noi piangiamo lui continua ad instillare veleno e, un attimo dopo, a trovare il suo antidoto. Tutti, dico tutti i giornali recano in prima pagina quello che vuole lui. Nessun giornale ha voglia di scrivere altro? O non sa cos’altro scrivere? O l’omologazione è tale per cui non si scrive più ciò che si pensa e si scrive solo cosa serve a far vendere. Questi sono i problemi che ci attanagliano. Il non riuscire ad avere un pensiero compiuto, se non inseguendo sempre il sultano. E, quando capita di averne qualcuno, la farraginosa macchina dell’elaborazione culturale del partito la tritura. Sì, è vero, siamo cultura minoritaria. E chi se ne frega. A me non interessa che la cultura di sinistra sia maggioritaria o no. A me interessa che sia cultura di sinistra. Così come a me non interessa vincere le elezioni, se poi non riusciamo a veicolare, proporre e sviluppare le nostre idee. Allora penso che sia davvero necessario incominciare una vera “rivoluzione culturale”, in cui le parole onestà intellettuale, meritocrazia, democrazia non si limitino ad essere parole. Ma poi leggo le liste elettorali del comune e capisco che non ce la possiamo fare. Molti nomi nuovi, è vero, ma i soliti noti ci sono tutti e in prima fila. La presenza femminile è a dir poco imbarazzante. Qual’è la novità? Dov’è il progressismo?
Pensiamo a noi e smettiamola di rincorrere il pensiero che il sultano sia lì, che sta tirando il calzino. Ormai lo dovremmo sapere, che quando pare morto, tira fuori una delle sue e resuscita. Chi se ne frega se vive, muore e resuscita. Noi dobbiamo pensare a come ripartire e intendo fermare i motori, riflettere, elaborare e ripartire. Non ripartire sempre con l’ansia elettorale.
11 maggio 2009 - 22:10 alle 22:10
Caro Lapo,
questo mio commento non è direttamente legato al tuo articolo su Berlusconi ma sento l’urgenza di scriverlo e comunque si collega al degrado civile che il nostro paese ha raggiunto. Mi riferisco in questo caso ai ripetuti respingimenti verso la Libia di migranti avvenuti negli ultimi giorni. Trovo che la politica migratoria e il clima di razzismo che si è venuto a creare in Italia sia grave e intollerabile. Ma, visto che domani parlerei di “noi”, cioè del Pd, ti scrivo che quello che mi ha lasciato più attonita è stato il commento di Fassino che “Il respingimento alle frontiere è un’azione legittima di contrasto dell’immigrazione clandestina” perchè, motiva Fassino, anche se in linea di principio bisognerebbe prima verificare quali migranti possono richiedere l’asilo politico, in pratica queste procedure sono difficili da realizzarsi.
Ora a me risulta che il principio di non respingimento di persone che rischiano di subire violazioni dei diritti umani nei paesi verso cui sono respinti (ed è certamente il caso della Libia) sia un cardine del diritto internazionale e senza scomodare il diritto mi sembrerebbe doveroso soccorrere persone che rischiano la vita (e difatti questa volta pure l’Osservatore Romano ha usato toni duri, per non parlare dell’UNHCR e di altri enti autorevoli come Amnesty International, vedi
http://www.amnesty.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/2007).
Se il PD non si riconosce in questi principi di base, credo che abbia tradito i suoi valori di fondo, di sicuro ha tradito la mia fiducia…
Quale responsabile esteri del PD nonchè esperto di diritto internazionale, ti chiedo un commento. (e un motivo di speranza)
ciao
Erika
11 maggio 2009 - 22:37 alle 22:37
Secondo voi, può esserci una relazione fra i giramenti (miei e di molti altri) e:
- il sentire che (se non fosse per, citando le tre fonti in rigido ordine alfabetico, l’Europa, Fini e il Vaticano) nessun’altro (a parte la nostra Erika) sembra disposto ad urlare l’indignazione per il fatto che quella che, anni fa, era rappresentata come la comica e grottesca “ampolla di acqua del Po”, ha oramai inquinato, ferito ed ucciso non solo il “mare nostrum”, ma anche esseri umani, che avevano affidato la loro disperazione ad una improbabile traversata. E tutto in nome “del popolo italiano”; le motovedette battenti bandiera italiana, stanno respingendo gli attacchi alla nostra tranquillità, proditoriamente portati alle nostra acque territoriali da zattere battenti bandiera bianca.
- l’apprendere che la stupidità si fa vernice (e vernice spry, nera) per tracciare sui muri di Torino frasi beote, prima ancora che criminali. In ogni caso, se davvero l’unica sponda dovesse essere quella del “Partito di Napolitano”, ben tornino le Sezioni e le Tessere.
- quel che mi ha telefonato Simona, amica di Casalpusterlengo (Lodi). Era incredula che un Vescovo, dopo aver amministrato le Cresime, avesse fatto, ieri dall’Altare, una spudorata filippica per far arrivare l’8 per mille alla Chiesa Cattolica.
- il fatto che la gloria di Noemi sia precocemente tramontata e che non si trovi più una parola sulle questioni che solo Camilleri sembra trovare un pertugio per far entrare, attraverso la Televisione (in un’ora non protetta, ed in un programma di “nicchia”) nelle nostre case. Possibile che solo Fabio Fazio possa pretendere da un Direttore di Giornale (e che Direttore!) una risposta ad una domanda, perfino retorica, del tipo: “Ma, fuori d’Italia, la Stampa ed i Giornalisti avrebbero… insistito di più e con maggior grinta?”.
Insomma… mi girano. Questi e quelle.
Moriremo su una giostra? Su un Otto (per mille) Volante? Riusciremo, se non altro, a salire su una di quelle che, dalle nostre parti, si chiamano “calci in culo”?
Domande che hanno qualcosa a che vedere con quelle di Felice Cecchi…
Roberto Bertoli
P.S.
Quei grafici che accompagnano il post di Lapo, mi suggeriscono di consigliare anche a voi che leggete di passare cinque minuti del vostro tempo per verificare dove un modellino matematico (niente male!), concepito in Istituti di ricerca accreditati, situa ciascuno di noi, come propensione al voto per le Europee, in base all’analisi di 30 risposte ad altrettanti quesiti ed alla loro coerenza.
Provare per credere: http://www.euprofiler.eu
12 maggio 2009 - 09:01 alle 09:01
Caro Lapo, alcune riflessioni sparse, e mi scuso per la lunghezza ma sono cose che mi ronzano in testa da tempo.
Iniziamo con Berlusconi. Nel centro sinistra c’e’ una certa vocazione ad attribuire tutto il suo potere alla sua posizione di monopolista dell’informazione, con l’annesso corollario delle responsabilità di chi non lo ha stoppato per tempo.
Mi pare che si perda di vista un tema…se non è stato fermato era perchè per la maggioranza degli italiani quel monopolio non veniva percepito come nefasto. Colpa di chi non ha vegliato nei quindici anni di deregulation dell’etere o era quella deregulation a rappresentare al meglio gli spiriti di una parte consistente della società italiana? La mia opinione è che è il monopolio ad essere il risultato di aspetti specifici della società e non viceversa. Per estendere la tua metafora: non solo c’e’ chi vuole poter parcheggiare in doppia fila ma anche chi sogna di potersi costruire una villetta in un’area demaniale, e pertanto non ha trovato disdicevole l’occupazione di quell’enorme spazio demaniale che era l’etere.
Capriola logica? forse, ma una cosa che chi ha lavorato nei media sa e’ che nonostante tutte le arti di vendita, per passare un prodotto deve già avere degli acquirenti potenziali che vanno intercettati. Insomma l’Italia di Berlusconi era già presente in nuce quando iniziavano i primi programmi con tette e pailettes.
Certo i media hanno fatto da catalizzatori, hanno dato voce a quella Italia, e sopratutto hanno aiutato Berlusconi a dipingere quel pezzo di società come il tutto, consolidando il senso comune ed emarginando tutto ciò che non fosse omogeneo.
In altri tempi si sarebbe definita una progressiva costruzione di egemonia.
Serve oggi dire che e’ colpa del conflitto d’interessi? probabilmente no, in quanto puo’ servire ad autoassolverci (o a distribuire colpe) ma non a contrastare l’egemonia del centro destra.
La forza del centro destra si può contrastare solo se a) il sistema di costruzione e consolidamento del consenso non è in grado di mantenere le sue promesse. b) le forze che si oppongono al centro destra sono in grado di intercettare aspirazioni e bisogni di un blocco altrettanto forte e consolidarlo.
Qualcuno diceva che non bisogna chiedersi perchè non ci piace Berlusconi, ma perchè piace agli italiani…Il tema sta tutto qua: in un paese dove la tensione ideale ed i collanti ideologici si sono allentati considerevolmente, la domanda che molti si pongono, anche molti ex elettori di centro sinistra, non è se gli piace Berlusconi, ma se le sue politiche funzionano. E’ non è un caso che quando queste ultime mostrano la corda B. deve attizzare tutti i fuochi e fornelli dei luoghi comuni sulla sinistra per richiamare all’appello i suoi.
Ma il dato di fatto oggi è che il meccanismo è ben oliato, ed a parte le tensioni o gioco delle parti sull’asse PDL - Lega o sull’asse Governo - Presidenza della camera, la macchina riesce a raccogliere consensi.
In anni lontani si diceva che i partiti non nascono nel vuoto, i partiti nascono per rispondere a delle precise necessità della società e non vi è dubbio che il PDL al momento è in grado di rappresentare una parte significativa del suo elettorato.
Ed il PD, per cosa nasce? e rappresenta davvero una necessità della società o è stata una operazione di fusione fredda mal riuscita?
Credo che sia la domanda che si sono posti in tanti in questi mesi. Personalmente credo che se oltre tre milioni di persone si mettono in fila davanti ad un gazebo qualche cosa vorrà dire. Così come vuol dire molto il dibattito che prosegue oramai da mesi su blog e c. Purtroppo però pare che tutto questo non riesca a produrre molto di più che una devastante ricerca di responsabilità o ad una altrettanto devastante ricerca della ricetta magica per il partito del XXI secolo, magari preparata da un uomo della provvidenza modello Obama de noantri.
Si diceva che i partiti nascono perchè hanno una funzione (per inciso si diceva anche che quando i partiti perdono la loro funzione sopravvivono solo come gusci vuoti)…Mi pare che per adesso la riflessione nel PD abbia preso troppe volte strade laterali o comode scorciatoie.
Ad esempio: la semplificazione del sistema politico non può essere un obiettivo da perseguire con artifizi organizzativi o espedienti elettorali ma deve essere uno dei risultati di un processo di aggregazione politica innovativo.
Ne essere contro a Berlusconi può costituire il nocciolo del programma.
Con tutto il male che si può dire dell’uomo, la sua sconfitta sarà la conseguenza solo del disarticolamento del blocco che lo sorregge. Insomma solo quando qualche altro attore sarà in grado di dimostrarsi più capace di aggregare una parte dei settori sociali che lo seguono oltre che di dimostrarsi capace di rappresentare i valori e le speranze di un’altra parte consistente del paese.
Ma come è possibile in un contesto dove la divisione e frammentazione non è solo propaganda di Berlusconi.
Intanto un primo tema è intanto capire cosa hanno in comune non solo i 3 milioni delle primarie ma anche tutte i miglioni di votanti della sinistra. Non c’è dubbio che infatti vi sia un numero consistente di persone che vogliono una politica in grado di fare proposte “di sinistra” che siano in grado di rispondere alle aspettative delle persone.
Se anzichè discutere per mesi su cosa ci divide cercassimo di capire cosa ci unisce avremmo fatto qualche passo in avanti…significativa a questo proposito la serie infinita di scissioni nella sinistra proveniente dal PCI, in un processo di ricerca della “purezza identitaria” sempre meno rilevante sul piano politico e sempre più devastante dal punto di vista elettorale.
Non so se è il ciclo politico di Berlusconi ad essere alla fine oppure se è il contesto internazionale a modificare lo scenario, ma è certo che oggi all’ordine del giorno ci sono temi per anni scomparsi dalla scena.
Non e’ detto che questo sia sufficente, nel senso che su ogni tema è possibile anche una risposta di destra, ma è certo che e’ più nelle corde del centro sinistra il confronto sui temi del lavoro che non quello sull’aspetto estetico e profumazione dei candidati nelle liste. Così come è più facile parlare di società multietniche ed integrazione avendo a livello internazionale interlocutori come Obama che non chi organizza le ronde di vigilantes sul rio Grande.
Unica precondizione ed ahime’ qua stanno le disgrazie, capire, come dicevo sopra, che e’ quello che condividiamo che deve caratterizzarci e non quello che ci divide, così come è molto più importante sapere dove si vuole andare che rimarcare sempre da dove si viene, magari per rinnegarlo.
E qui mi pare che ancora non ci siamo. Perchè non è detto che sarà sufficiente il PD ne che basterà un congresso.
12 maggio 2009 - 11:23 alle 11:23
Caro Lapo,
credo che Berlusconi abbia avuto buon gioco visto il centrosinistra che è arrivato dopo lo scioglimento della D.C. e del P.C.I..
Credo inoltre che molte delle battaglie portate avanti dalla destra siano state anche in buona parte condivise dal popolo italiano e la grave colpa della sinistra è stata quella di non capire quello che le persone reclamavano e la sinistra non ha capito inoltre che sarebbe stato meglio, magari essendo meno intransigenti, farle le leggi che subirle dalla destra e dalla Lega.
Si parla di Berlusconi, ma apriamo gli occhi il vero artefice politico di questi ultimi anni è stato Bossi e la Lega, che tutti prendevano per i fondelli ma che ha cavalcato le paure degli italiani, e a volte anche fatti veri ma che nessuno aveva mai pensato di poter cambiare, Berlusconi aveva i soldi e li ha messi a frutto, Bossi in pochi anni ha messo su un potere che nemmeno partiti storici hanno potuto pensare, Banche, Televisione ecc. ecc. e tutto sotto il suo controllo e intanto la sinistra si interrogava se era meglio parlare di un’amnistia o del matrimonio dei gay, problemi anche importanti ma sicuramente non primi nei bisogni della popolazione.
Quante volte ho sentito parlare nei ritrovi pre elettorali del conflitto di interessi e dopo le elezioni anche vinte il silenzio assoluto.
La sicurezza, l’immigrazione sono temi che la popolazione sente, sono temi che vanno affrontati non solo con la solidarietà cattolica, ma con interventi che da una parte permettano ai comuni cittadini di uscire la sera senza correre rischi, e dare anche una collocazione nella società agli immigrati. Fin da quando ero bambino e purtroppo sono passati molti anni, i miei genitori dicevano “ i figli se lasciati a bighellonare prima o poi prendono una strada sbagliata mentre se vanno a lavorare, la sera non hanno la forza di combinare guai”. L’accoglienza non è dare da dormire in posti assurdi e un pasto caldo mettendo tutta l’altra popolazione al rischio di stupri e di furti nelle case.
Per non parlare di quante Ditte italiane hanno dovuto chiudere per la concorrenza sleale fatta da imprese straniere che non rispettavano alcuna delle leggi dello stato.
Se questa è la nostra società non mi riconosco, se questa è la politica del centrosinistra non mi riconosco più perché la solidarietà non ha nulla a che vedere con il permesso a delinquere.
Le occupazioni abusive nel centro della città non hanno nulla a vedere con chi di buon grado cerca di restare nelle regole e aspetta un alloggio da anni. La serietà e l’onestà dovrà prima o poi tornare di moda e non solo l’immagine o la ricerca di un voto.
Non vorrei che quanto ho detto sia strumentalizzato, vengo da una educazione cattolica e credo che la solidarietà sia un valore, ma anche il principio che la mia libertà finisce dove inizia quella di un altro. Ciao a presto Matteo Nanni
12 maggio 2009 - 12:04 alle 12:04
No, proprio no Lapo. Il popolo del centrosinistra non si riconosce più da tempo nella sua leadership, preferisce non votare o piuttosto votare da altre parti piuttosto che vedere i suoi ideali presi e spesi a casaccio.
Il problema è che a questa leadership non c’è alternativa. Cercare di fare una politica diversa pur mantenendo gli stessi ideali è IMPOSSIBILE per ragioni pratiche. All’interno del partito è impossibile fare carriera rinnovando. IMPOSSIBILE. Non c’è spazio. E la ragione è che se da una parte c’è una monarchia dall’altra c’è una solidissima oligarchia che non molla.
Obama per i modi e i metodi che ha usato nella sua carriera politica in Italia non avrebbe neanche raggiunto un posto al quartiere, lasciamolo perdere vi prego.
Detto questo per il lungo periodo, ti prego illuminami su le posizioni del Pd su immigrazione, clandestinità, lavoro, sviluppo, energia.
Percepisco la sinistra oramai soltanto sulle prese per le mele a Berlusconi su Fb o su dichiarazioni di “mancanza di libertà” di non so quale organo di non so bene dove, di fare, cioè di FARE proprio, neanche l’ombra.
Come si fa a far votare la gente per un programma che non si percepisce, non si puo’ dire alla gente votateci perchè “faremo bene”, votate noi perchè “faremo sviluppo”. Farete sviluppo, come?
12 maggio 2009 - 22:18 alle 22:18
Carissimo Lapo, scrivo da Pesaro,sono amareggiato, ma nello stesso tempo cosciente che il tempo di Berlusconi sia ormai agli sgoccioli.
La dose di arroganza politica, la assoluta sufficenza con la quale ottempera a ciò che il paese gli affidò,la dicono lunga.
Ma voglio citare Mefistofole nel Faust di Goethe,così che tutto sia più chiaro.”Io sono lo spirito che vuole eternamente il male e opera eternamente il bene” Il bene e il male sono legati dal principio di dualità e reversibilità e in qualsiasi forma, sono legati alle nostre vite.Tutto ciò che aspira a essere unico porta alla disgregazione del sistema,che si rovescia automaticamente nel verso opposto.Lo fù per il fascismo(nazzismo),per il comunismo per il capitalismo,il Thaccerismo,il eaganismo, il castrismo,il terrorismo (la faccia opposta e mostruosa del capitalismo)ecc.ecc.ecc.
Se hai notato,tutte queste parole o louzioni terminano con un suffisso (ismo) il berlusconismo finisce per l’appunto con il suffisso ismo,mi si potrè obiettare, “dacci un tempo” il tempo e una variabile che tiene conto di parecchie cose,non da ultima l’informazione, ecco perchè ritengo che le prossime elezioni siano di fondamentale importanza,per non allungare la variabile tempo, senza perdere di vista la rete o internet come si vuole comunemente chiamare.
un saluto da Pesaro (vienci a trovare ti accoglieremo a braccia aperte come conviene a un amico)organizeremo un incontro
Attendo una tua risposta
Amilcare
13 maggio 2009 - 19:17 alle 19:17
Lapo, nel leggere il suo commento sui candidati alle Europee, si evince pressantemente una spinta di parte ancorata ancora hai vecchi organismi di partito. Ne è la prova delle segnalazioni da lei fatte per le preferenze da segnalare nella scheda elettorale. Io non metto in discussione a priori la capacità dei candidati da lei segnalati, ma sono costretto a constatare che quasi tutti provengono dalla ex Margherita, mentre la sua posizione nel denunciare carenze di responsabilità ed impegno politico nei confronti del sindaco uscente Leonardo Domenici, è quanto mai discutibile e vergognoso. Il sindaco Domenici per Firenze è stato un sindacoe la sua giunta, sono stati all’altezza dei compiti da realizzare,nonostante semmai problemi quelli si , nella componente della maggioranza, per la sua composizione partitica. Per questo ho sentito il bisogno di scriverle, richiamandola all’osservanza della correttezza da lei dimenticata, così facendo lei ha dimostrato poca responsabilità politica. Saluti GIULIANO STAGI da Firenze.
14 maggio 2009 - 11:46 alle 11:46
Caro Lapo,
leggendo ieri le tue indicazioni di voto pe le elezioni Europee, mi sono subito provato ad immaginare quali sarebbero state le inevitabili reazioni per una presa di posizione così decisa ed inequivocabile.
Il richiamo all’amore per la funzione, ed all’empatia con gli elettori, (termine generalmente noto solo a chi ha fatto studi clasici ma familiare a Leonardo per per la laurea che possiede), condizioni che tu ritieni indispensabili per aspirare ad una carica pubblica, fanno riflettere sul perché, titolare dell’Ufficio estero del Partito democratico, tu abbia rinunciato al seggio europeo, un anno prima del rinnovo del Parlamento, per farti nominare deputato delle Marche,( o dell’Abruzzo, non ricordo bene),con altri quattro anni assicurati al Parlamento Italiano.
L’amore per la funzione, quale responsabile della politica estera del PD, si poteva ritenere che fosse quello per operare in campo internazionale, al quale hai invece rinunciato, e l’empatia con gli elettori di altra Regione, che non la Toscana, se per essa si intende la capacità di porsi in relazione con altre persone, è difficilmente riscontrabile nella tua scelta, perché non credo tu abbia più familiarità con gli elettori Marchigiani, di quanta non ne abbia chi, parlamentare italiano, si è candidato in Lettonia.
Io ho sempre avuta la sensazione che il Sindaco Domenici, avesse più amore per le funzioni romane che per quelle fiorentine, e che il suo, anche fisicamente avvertibile distacco,dal rapporto con la gente, ( che era invece la meravigliosa insuperata dote di tuo padre), lo facesse sentire, dai fiorentini, al di là del valore intrinseco della persona, come estraneo al popolo che ha amministrato.
Ma da qui, a suggerire esplicitamente agli elettori del PD
di non votarlo, ce ne corre, specie se l’invito viene da uno che non è stato scelto per l’amore per la funzione o per l’empatia per le Marche, a rappresentare quelle terre in Parlamento.
Io, tempo addietro, gli avevo scritto, in più occasioni che avrebbe dovuto dare più ascolto alla voce della città, che da qualche anno ha mostrato insofferenza versa la conduzione dell’Amministrazione Comunale, ma l’ho fatto in privato, perché, comunque eravamo nella stessa barca. Questo attacco pubblico, ora che Leonardo non può più nuocere, non è elegante, (e te lo dice uno che di tuo padre ha ancora la venerazione che aveva quando era in vita e che lo vede ancora tutti i giorni sulla parete del proprio studio, quando entra e quando esce dal lavoro,) non ne sarebbe stato contento.
Io, che sono sempre stato dalla parte delle minoranze, farò come Matteo Renzi, il 6 Giugno, cosa a cui non avrei pensato fino ad ieri, voterò per Leonardo Domenici.
Felice Cecchi