Lapo Pistelli

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Ritorno da Washington: la ricetta è “ascolta e coinvolgi”

Inviato da Lapo Pistelli il 11 marzo 2009 - 10:45

scherzando sul podio del Presidente Obama

Scherzando sul podio del Presidente Obama

Non so se la “Quarta Via” avrà più successo della Terza che fu praticata dal centrosinistra planetario alla fine degli anni 90, ma è un piacere vedere che è ripartito il network dei partiti progressisti dopo l’elezione di Barack Obama. Per 8 anni, l’Europa è stata nella mente di Bush poco più che un continente buono per le vacanze e la moda ma mai uno spazio politico da praticare.
Sono bastati pochi giorni dall’insediamento di Obama e la musica, almeno da questo punto di vista, è subito cambiata. 50 invitati a Washington, tutti chiamati da John Podesta, già chief of staff di Bill Clinton e fino al 20 gennaio capo del transition team del neo-presidente, l’unico democratico sopravvissuto, a parte Hillary, a questo gigantesco ricambio di classe dirigente.
Incontro vecchi e nuovi amici da Canada, Australia, Nuova Zelanda, Spagna, Francia, Gran Bretagna, Olanda, Germania, Ungheria, Danimarca, Norvegia, Svezia e Sud Africa e alcuni dei principali consulenti politici americani ed europei.
Due temi per due giorni fitti di colloqui.
David Plouffe, capo strategia spiega assieme a molti altri del suo straordinario team la campagna di due anni che ha portato il senatore di Chicago alla Casa Bianca. David, giovane, brillantissimo ma umile consigliere, è una delle due sole persone, assieme a David Axelrod, che Obama ha ringraziato nel discorso della notte del 4 novembre al Grant Park a Chicago. Le informazioni e gli stimoli sono così tanti che è impossibile sintetizzarli in un blog, ma fisso qui alcuni punti basilari. Ha vinto un candidato dal talento e dal carisma straordinario; ha vinto assieme a lui la più straordinaria e pignola macchina elettorale che ha battuto il territorio in un casa-casa di proporzioni mai viste; hanno vinto gli elettori della prima volta che hanno dato ad Obama un vantaggio di circa 40 punti rispetto al tradizionale elettorato che si è diviso fra democratici e repubblicani nella stessa proporzione del 2004; hanno vinto i valori sui programmi; ha aiutato un contesto in cui la crisi economica e un giudizio negativo su Bush dell’85% degli americani ha reso difficilissima la campagna di Mc Cain. Obama è il primo democratico dopo Lindon Johnson a ottenere più del 50% dei voti popolari, ha sofferto ancora di un robusto pregiudizio razziale nel sud del Paese, ma ha forse iniziato l’impresa più grande, strappare cioè un’intera generazione all’egemonia culturale dei repubblicani, battere la destra non imitandola ma costruendo un set alternativo di valori, non la responsabilità individuale ma quella collettiva, non il decisionismo del leader ma l’ascolto e il coinvolgimento della comunità. Listen, listen, listen; involve, involve, involve: ascolta e coinvolgi.
Ma ascolta e coinvolgi è una ricetta che vale pure nelle relazioni fra le forze politiche del mondo. Davanti alla catastrofe economica di questi mesi, alla crisi ambientale, ai grandi macro-fenomeni, lavorare assieme e scambiarsi idee è più importante che mai, sia per chi lavora per conquistare il governo, sia per chi non deve perdere il tocco magico con la gente mentre già governa.
Molti scambi di biglietti, molti inviti. A fine mese vado a Santiago del Cile portando Dario Franceschini ad incontrare Gordon Brown, Zapatero, il premier australiano Rudd, la presidente cilena Bachelet e probabilmente il vicepresidente americano Biden nel grandi appuntamento annuale del Progressive Governance. A settembre, faremo tappa a Madrid. Ad aprile, con John Podesta, pianificheremo la nuova trasferta americana del segretario del PD.
Un passo alla volta, con pazienza, uscire dalla crisi di questi mesi vuol dire anche questo.

2 Risposte a “Ritorno da Washington: la ricetta è “ascolta e coinvolgi””

  1. Lorenzo Dice:

    Complimenti Lapo. Nei tuoi giri, ricordati anche di Firenze….

  2. Roberto Bertoli Dice:

    Lapo, meno mai che sei tornato!
    Qui c’è una gran corsa a chi le spara più grosse….
    Pare che neppure i “Principi fondamentali” reggano più…., Qualcuno dice che una parte di noi ha bisogno di essere “scossa”, senza nessuna pietà per chi ha (da tempo) il ballo di San Vito.
    Quando sarai in Cile (o anche altrove) dai un’occhiata in giro…
    Non si sa mai: vuoi vedere che dopo aver ospitato, nel 1973, gli INTI ILLIMANI, non si debba far ospitare la Banda ROSSINI da qualche altra parte…

    Roberto Bertoli

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