Lapo Pistelli

Il blog.

Omaggio ad Allende

Inviato da Lapo Pistelli il 27 marzo 2009 - 00:27

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Isabel Allende, figlia del presidente ucciso nel golpe, è una donna distinta, elegante, straordinariamente somigliante al padre. Ci accompagna per i viali di un gigantesco cimitero dal sapore monumentale, dove il Presidente, caduta la dittatura, è stato sepolto. Ogni anno, sono moltissimi biglietti e lettere che, nella ricorrenza della morte, vengono lasciati ai piedi di questo mausoleo di famiglia, che contiene anche le spoglie di un’altra figlia che si suicidò a 35 anni mentre era in esilio a Cuba.
Lasciamo una corona di fiori e visitiamo il muro delle vittime del golpe e di quegli anni: migliaia di nomi con l’indicazione dell’età e della data della morte. E’ evidente come in pochi mesi fu falciata un’intera generazione di giovani. E’ decisamente toccante. Lascio un pensiero alla tomba di Victor Jara, un grande cantante e chitarrista di quegli anni che fu ucciso nei sotterranei dello stadio, dove venivano radunati gli oppositori nei rastrellamenti del dopo golpe. Il suo cadavere fu trovato dopo qualche settimana, torturato e con tutte le dita spezzate.

C’è curiosità per il PD: la Concertacion è al governo da 20 anni: i 4 partiti sono riusciti ogni volta a scegliere un presidente capace di battere la destra ma mai i 3 partiti socialisti e la Dc hanno avuto la forza di mettersi assieme e fare il grande salto che abbiamo tentato in Italia. Visitiamo tutti i partiti.

Ora andiamo da Roberto Angelini, nipote di una dinastia industriale fondata dallo zio Anacleto nel dopoguerra, un italiano divenuto l’uomo più ricco del Cile. Dopo andremo ad un incontro con la comunità italiana di Santiago e poi partiamo per Vina del Mar per il ricevimento inaugurale di Policy Network.
Nel mio orologio biologico e’ gia’ notte e qui siamo a meta’ pomeriggio: il jet lag comincia farsi sentire. Buonanotte…

 

 

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Il muro per le vittime della dittatura

2 Risposte a “Omaggio ad Allende”

  1. Roberto Bertoli Dice:

    E così, fra le altre cose, ci fai sapere che l’Italia può vantare un primato: appartiene alla categoria di Paesi che si è potuta permettere di esportare lavoro, vere e proprie “dinastie industriali fondate nel dopoguerra”, fino a collocare un proprio cittadino sul gradino più alto del podio fra i ricconi del Paese, diverso da quello d’origine, dove lui ed i suoi avi hanno lavorato per anni.
    Qui è diverso, lo sappiamo.
    Si può aver iniziato con il piano-bar, aver conosciuto varie persone, senza distinzione alcuna né di professioni, né di ruoli sociali (si va da uno stalliere, ad Avvocati-aggressivi per finire a un Presidente del Consiglio) e continuare a lavorare, come uno che ha “35 anni”, facendo l’Operaio, l’Imprenditore ed (ora anche) il Ferroviere.
    Dimenticavo: per pura generosità, anche il Presidente del Consiglio dei Ministri e l’uomo ed il Parlamentare più ricco d’Italia.
    Di conoscenze, lui, ne ha ancora tante.
    Si permette di candidare in posti di responsabilità e di rappresentanza istituzionale di comunità locali le più diverse: il suo Medico, il figlio del suo Commercialista e perfino l’ex portiere della sua squadra di Calcio.
    Due volte su tre gli è andata anche bene.

    Roberto Bertoli

    P.S.
    Si possono ancora scrivere queste cose dopo le Primarie?

  2. Silvia Dice:

    Leggendo le tue parole, mi tornano alla mente le scene di un film che mi è molto caro “Missing”…

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