Lapo Pistelli

Il blog.

Per quelli che c’erano ed anche per gli altri.

Inviato da Lapo Pistelli il 24 febbraio 2009 - 16:14

salacompagniaChe dire se non innanzitutto grazie per la bellissima riunione di ieri sera ?
Una sala stracolma, le tante persone che non sono riuscite a entrare, un clima di autentico affetto che ha accompagnato la lunga discussione: è questo il primo dato da cui partire.
Già me ne ero accorto dalle centinaia di messaggi mail, posta, sms, facebook, blog e piccioni viaggiatori che avevo ricevuto dopo l’esito del voto ma avevo francamente nutrito il dubbio di essere il primo uomo che riceveva le condoglianze da vivo. Ieri mi sono ricreduto e, non a caso, mi ci sono pure commosso: qui nessuno vuole smobilitare e meno che mai ammainare le ragioni della battaglia che abbiamo condotto finora.
Una certa idea di Firenze, una certa idea del Partito Democratico, una certa idea del modo con cui si fa politica con gli altri e per gli altri: si tratta di un patrimonio grande, di una rete di persone, di competenze, di passioni che spenderemo nelle prossime scadenze amministrative e di partito.
La democrazia è un metro di giudizio quantitativo, non qualitativo: chi vince governa; checché se ne pensi non è invece vero che chi vince ha ragione. E in una competizione interna inedita come le primarie, il traguardo tagliato domenica scorsa è solo il primo di una corsa lunga e difficile.
La grande maturità del dibattito non ha nascosto per tutta la sera il conflitto fra la pancia (ma era pancia o era cuore ?) e la testa; fra la difficoltà di riconoscersi nelle parole e nei modi di essere e di interpretare la politica e il Pd del candidato che ha vinto le primarie e la volontà di vincere comunque le elezioni di giugno per contribuire, fra l’altro, alla ripresa del Pd medesimo.
Ci sarà un sostegno, ci siamo detti, ma proprio come insegnano le primarie americane, è necessario che chi vince sappia non solo chiedere ritualmente il supporto di chi ha perso ma sappia guadagnarselo interpretandone le aspirazioni, accettandone il contributo, rinunciando a quell’io che domina ogni discorso per sapere essere interprete di un noi.
Ho detto domenica al vincitore che sarebbe servita saggezza. Lo ripeto oggi a maggior ragione dopo aver letto le interviste su Franceschini “vice-disastro” o altre uscite buone per una tessera di invito permanente presso il circo mediatico ma del tutto inadatte a dirigere una squadra larga. E non mi accontento della favola dello scorpione che punge la rana giustificando il proprio gesto suicida con la natura del proprio carattere.
La leadership è una dote in parte naturale, in parte frutto di un’auto-educazione al controllo e alla capacità di ascolto. Credo inoltre, per quanto il berlusconismo sia avanzato negli ultimi anni nella cultura profonda del Paese, che l’esercizio della leadership nei partiti riformisti debba avere toni, stili, parole e modi diversi da quello vigente nei partiti di destra, oggi al governo dell’Italia. Che la destra può essere battuta con una visione alternativa, non imitativa, della politica e della società.
C’è un pezzo di Firenze e di Pd che ha votato alle primarie credendo fortemente a un’idea seria di innovazione amministrativa e di appartenenza ad un partito, che crede al cambiamento “dentro” piuttosto che a quello “contro”, che è disposta a spendersi con gratuità e passione se riconosce gratuità e passione in chi guida. E’ un patrimonio consistente e ricco di competenze utili al miglioramento di Firenze e alla realizzazione di un Pd - né rediviva cosa bianca né rediviva cosa rossa. Per innovare davvero in città, per fare un partito né di ex né di post, noi ci siamo.
Dopo otto giorni, mi pare uno splendido punto di ripartenza.

8 Risposte a “Per quelli che c’erano ed anche per gli altri.”

  1. Roberto Bertoli Dice:

    Ripartenza…. si.
    Il fatto è che alla guida del pullman mi risulta sia di turno(così, almeno, la pensa un ultra-sessantenne) un falso giovane.
    Può darsi che chi scrive abbia dei pullman un’idea vecchia, ma mi pare proprio, in questo, di vedere un cartello che dice: “VIETATO PARLARE AL CONDUCENTE”.
    Ripartenza…. ma verso dove?
    Mi pare che ci sia più un’aria da “gita scolastica”, che non da itinerario nella Città e per la Città.

  2. Barbara Dice:

    Ciao Lapo, io sono una di quelle persone che ha partecipato lunedì all’incontro. Sono sempre più convinta che tu saresti stato il candidato giusto per Firenze…confermo ciò che ho scritto quando si è saputo della vittoria di Renzi…non so come votare a giugno. Capisco tutti coloro che lunedì dicevano “bisogna portare avanti le idee del PD e votare chi è stato eletto con queste primarie”…ma se in realtà ne vedo poche di idee del PD in questo signor Renzi?! E se non mi sento rappresentata da uno così?! Come la mettiamo signori?

  3. Silvia Dice:

    Caro Lapo,
    ognuno ha i sostenitori che si merita :)))

  4. barakfiorentino Dice:

    Salve Lapo,
    varrà poco, ma mi colpisce come si sia praticamente spenta la partecipazione. Lunedì sera c’ero anche io, la partecipazione era significativa; il dibattito un po’ meno: traspariva dagli interventi (sinceramente in parte anche dal tuo) indecisione, incertezza su quale atteggiamento fosse giusto prendere. Il risultato, in questi casi, è la paralisi del dibattito, l’allontanamento da un impegno diretto. Non vale il richiamo alla falange (per inciso .. forse un po’ troppo guerriera, se posso), troppo debole l’affermazione “io ci sono”.

    Non c’è niente da fare, siamo stretti tra l’incudine e il martello.
    - Da una parte la necessità di costruire una forza democratica nuova, moderna, laica: un processo che richiede necessariamente tempi lunghi, per costruire una base di valori condivisa, un modo moderno di fare politica e guadagnarsi il consenso, una classe dirigente “fresca” nelle idee prima ancora che nella carta di identità, …
    - Dall’altra la necessità di contrastare l’azione di questa destra che punta a concentrare il potere in poche mani, dà la sensazione di spingere l’acceleratore in un momento di chiara difficoltà dell’opposizione per portare a casa risultati che potrebbero configurarsi quasi irreversibili nel breve periodo.

    Il travaglio di tutti noi forse nasce dal sentirsi stretti tra queste due emergenze, dalla difficoltà a trovare il percorso che riesca a mettere insieme i due corni del problema in modo credibile ed efficace nei risultati. Purtroppo le dimissioni di Veltroni testimoniano, se ce n’era ancora bisogno, come il gruppo dirigente TUTTO del PD non è indenne da questa confusione, proprio come lo siamo noi, semplici cittadini ed elettori. La soluzione Franceschini non è del tutto convincente.

    Cambiare risulta, quindi, una necessità che sta sotto gli occhi di tutti.
    Negli ultimi anni si è taumaturgicamente creduto di risolvere il dilemma con il ricorso a primarie: i risultati (e Firenze ne è un emblematico esempio) sono un plebiscitarismo abbastanza vuoto e superficiale, una “personalizzazione” su un nome, una persona quella che è una questione che investe la definizione - rapida, veloce - di una linea politica che, azzardo, dovrebbe partire dalla:
    - definizione di una base comune di azione “tattica”, attorno alla quale chiedere a tutte le componenti che si riconoscono nel centro sinistra di restare LEALI e portarla avanti con determinazione e compattezza (crisi economica, legalità, laicità)
    - lasciare fuori da questa “carta dell’emergenza” le questioni più ampie e complesse, sulle quali avviare un ampio dibattito, fuori dalle sale e salette degli ormai asfittici partiti e correnti, lasciando liberi gruppi di opinione, componenti della società civile, forze sociali, singoli cittadini di aggregarsi, discutere, scontrarsi senza che questo dibattito mini l’azione politica d’emergenza e tattica.
    Questo percorso mi sembra una prospettiva credibile e presentabile, sulla base del quale guadagnarsi un ampio consenso, aprendosi alla partecipazione senza creare divaricazioni ingestibili nel breve periodo e senza causare la paralisi e la sconfitta politica nelle prossime scadenze elettorali.

    Qui a Firenze dobbiamo essere chiari. Sono troppi, siamo troppi quelli che non riconoscono in Renzi il loro candidato e rappresentante: le primarie non sono ancora una volta riuscite a far crescere il partito, anzi!
    Mi pare di capire che tu suggerivi di lavorare “dall’interno”, quasi per salvare il salvabile: credo che la crisi è talmente grave che occorra rompere, e ripartire con calma per ricostruire una prospettiva.
    Conversando con un amico che mi diceva che aveva votato Renzi perchè per vincere bisogna raccattare anche i voti di destra, gli rispondevo: giusto! occorre avere un candidato di Sinistra che raccatta voti di Destra, non un candidato di Destra che raccatta voti di Sinistra!
    A questo, mi pare, che invece siamo arrivati.
    Auguri a tutti noi !

  5. Voltairefiorentino Dice:

    è facilmente intuibile, e risulta anche da questo muro, che Matteo ha visto grazie al voto determinante di persone del centro destra. Questo ci deve far riflettere sul modo disastroso con cui sono state gestite queste primarie, che devono essere in futuro fatte solo tra gli iscritti ai partiti del centro sinistra.
    In ogni caso, purtroppo, Matteo è il candidato del PD, ma lui deve aiutarci a sostenerlo. L’altra sera, alla sala della compagnia, ho sentito parlare di liste di proscrizione, relativamente ad amministratori e ad esponenti delle componenti del partito non vincenti. Questo metodo stalinista sarebbe inaccettabile e del tutto in contrasto con la natura e lo spirito del PD. Se Matteo vuole il nostro appoggio, nessun nostro esponente deve subire una discriminazione o una epurazione, soprattutto se si tratta di persone ce non hanno ancora svolto il secondo mandato. Se Matteo attuerà un simile comportamento, si porrà lui stesso al di fuori dello spirito e della natura del PD e conseguentemente non potremo in alcun modo appoggiarlo, pur essendo per noi doveroso restare nel partito a testimoniare e rilanciare i valori autentici in base ai quali il PD è nato e vive.

  6. Gualtiero Dice:

    Sono al di fuori dei giochi di e nel Partito/i, ma sono andato alle primarie per sventare il pericolo Renzi. Più che le lotte intestine mi preoccupavano (e ora mi angosciano) le colossali stronzate che trovo nei “100 punti”, in particolare nel campo della mobilità (ma non solo).
    Un esame dettagliato di tali follìe lo trovate sul blog Firenze Immobile che sta dedicando qualche paginetta proprio alle meravglie renziane. Il titolo è “PD(r) - Pillole Del renziNo”. Per leggerle cliccare qui:

    Uno così io di certo non lo posso votare, a meno che non faccia marcia indietro su molti orrori (la capacità ce l’ha) e venga messo seriamente alle strette da elettori, futura squadra di governo etc.

  7. Gualtiero Dice:

    dimenticavo, per leggere il sito Firenze Immobile potete anche cliccare sul mio nome oppure qui sotto:

    Firenze Immobile

  8. marco Dice:

    Caro Lapo, ogni giorno è sempre più evidente che la crisi di coscienza che attraversa gran parte della base del pd rispetto alla candidatura Renzi non sia facilmente rimarginabile con gli appelli all’unità nè con la necessarià dialettica interna al partito. Purtroppo Renzi non rappresenta per molti il valore aggiunto del pd, anzi non rappresenta, per sue setesse dichiarazioni, il partito democratico. Io l’ho detto e lo ribadisco, ci sono e non mi tiro indietro nelle difficolt, ma anche io poi non riesco a contraddire la mia coscienza e non so come le potrò rispondere nel silenzio della cabina elettorale. Questa candidatura di Renzi rischia a Firenze di mettere in un angolo la parte migliore della nostra base, quella più propositiva, quella che ha voglia di fare squadra, di lavorare insieme, e rischia purtroppo di metterla in una angolo per lungo tempo. In tanti si allontaneranno demoralizzati, con la chiara sensazione dell’inutilità. Quello che successe a me diversi anni fa e sempre per la medesima causa. E’ questo che un partito sano e serio dovrebbe farsi carico di evitare, ma così non sarà, non c’è nè la statura nè la fermezza politica nell’attuale dirigenza per imporre, ache al candidato sgradito, una linea politica coerente e condivisa. Purtroppo perderemo per strada la parte migliore e più vitale di noi, lo stiamo avvertendo nitido già in queste ore. Matteo Renzi per esperienza sappiamo bene che non ha argini, non è arginabile e fino a ora è sempre riuscito a imporre se stesso e il proprio arrivismo, in barba agli stessi partiti che ha attravarsato e a chi lo ha anche sostenuto. Ancora una volta sarà così, costringerà il pd a ingozzare la sua arrogante condotta e il suo programma, compreso l’abbraccio a destra. Non capisco più questa debolezza dei vertici, che potrebbero fare qualcosa, nei suoi confronti, mi fa male, alla mia coscienza civica e democratica. Lapo vigila tu per quanto possibile e veramente non perdiamoci di vista. Riuniscici ogni tanto, credo che assieme a te ci ritroveremo tutti. Al voto non so…

Rispondi

XHTML: Puoi usare questi tag: <a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <strike> <strong>