Lapo Pistelli

Il blog.

Chi vuol essere democratico ?

Inviato da Lapo Pistelli il 24 marzo 2009 - 23:44

Mancano poco meno di 80 giorni alla tornata elettorale amministrativa ed europea di giugno.
E il Partito Democratico si gioca qualcosa di più di una leadership dopo le dimissioni di Walter Veltroni e l’elezione di Dario Franceschini alla segreteria.
Nel grande e omonimo romanzo di avventure, 80 giorni erano il tempo limite di una scommessa quasi impossibile, il giro del mondo; oggi questo è l’orizzonte che abbiamo davanti a noi per riprendere il filo interrotto con il Paese, per calare l’ambizione democratica non tanto nelle questioni interne di partito quanto nella crisi terribile che il Paese attraversa.
In tutta Europa, ci si attende che i partiti di governo vengano puniti e le opposizioni siano premiate: capita così, in genere, nei momenti di difficoltà.
In Italia, la natura populista della coalizione di governo, la confusione fra la oggettiva responsabilità di governo che porta sulle spalle e il linguaggio volutamente rozzo che imperversa nel circuito mediatico, una volta negando la crisi, un’altra scaricando la responsabilità su comunisti e fannulloni, potrebbe condurre all’esito paradossale contrario. Governo, non ho idee, strillo, do la colpa all’opposizione e vinco pure.
Il neo segretario del PD ha un merito grande. Non c’è stato ancora tempo di riprendere una riflessione compiuta sulla identità democratica, ma in poche settimane, con alcuni posizionamenti netti e decisi su costituzione, assegno di disoccupazione, crisi e interventi sui redditi alti, Franceschini ha ridato una boccata di ossigeno ad una periferia stremata dalle trappole del confronto interno e ha invitato tutti a martellare sul governo rinviando ad altra data il dibattito su di noi. Walter Veltroni, nella conferenza stampa di addio, aveva ironizzato sulle differenze fra un’assemblea di centrodestra ed una di centrosinistra: nella prima si prendono applausi attaccando il centrosinistra, nella seconda si prendono voti attaccando… il centrosinistra. Appunto !
Che sia una tregua o che sia una luna di miele in attesa delle liste e delle urne, io credo che si debba sostenere con convinzione il segretario e coloro che, come Piero Fassino, hanno sostenuto questa pesante assunzione di responsabilità. Sostenere cioè a Roma e sul territorio coloro che pensano che il Pd si definisca nella battaglia politica, che un partito non sia l’incontro diplomatico di due resti di identità esangui e stremate, che tocca a chi ha più esperienza offrire un campo nuovo di impegno ai tanti, come sabato scorso a Cinecittà, che hanno assunto responsabilità nei circoli.
Questo tempo corre veloce. Corre veloce e morde profonda la crisi, che costringe a rivedere stime e numeri settimana dopo settimana.
Corrono veloci gli innamoramenti e le delusioni dell’opinione pubblica verso i protagonisti della politica, più simili ai personaggi della casa del Grande Fratello che a detentori e rappresentanti di una speranza collettiva.milionario

Per questo, giocando anche noi sul contrasto fra forma e sostanza, fra comunicazione politica e trasformazione sociale, ripartiamo con una grande assemblea che abbiamo nominato “Chi vuol essere democratico ?” Saranno a Firenze, al Teatro di Rifredi in Via Vittorio Emanuele (accanto a Piazza Dalmazia), lunedi 30 marzo alle ore 21, Gianclaudio Bressa e Marina Sereni, vice presidenti del Gruppo PD alla Camera. E’ un’occasione per ridare senso e prospettiva all’impegno degli ultimi mesi, per condividere la passione di una fusione calda, sperimentata alle primarie fiorentine, con molti altri amici e compagni non solo fiorentini.
E’ un invito da estendere a tutti coloro che abbiamo coinvolto in queste settimane e che ci chiedono oggi verso quale direzione e con quale obiettivo dobbiamo muoverci. Che sia un segnale di fiducia per noi e un segnale politico per chi ci guarda da fuori e misura la febbre al nostro partito.
Vi aspetto davvero numerosi.
Lapo

 

Post Scriptum
Nell’ultima settimana, su alcuni giornali fiorentini a seguito di una mia missione a Bruxelles sono state pubblicate delle cosiddette indiscrezioni che mi darebbero possibile candidato alle elezioni europee. Trattasi ovviamente di una bufala di cattiva qualità che poteva essere evitata semplicemente alzando il telefono e chiedendo al diretto interessato. Ma forse aumenta il Pil e anche l’entropia se prima si dice una cosa per poi obbligare alla precisazione e alla smentita.
Avverto perciò preventivamente lettori e giornalisti che sono in partenza (mercoledì sera) per il Cile, per il vertice annuale di Policy Network, un palcoscenico di grande rilievo per il riformismo mondiale con i consueti 300 invitati: dopo l’esperienza dell’anno scorso a Londra (dove andai una settimana prima del voto a prendere i messaggi augurali di Brown, Zapatero, Bachelet per il Partito Democratico) quest’anno accompagnerò Dario che fa il suo primo ingresso in questo nuovo circuito. Sono stati programmati incontri con Gordon Brown, Lula, Zapatero e forse il vice presidente Biden. Cercherò di raccontare qualcosa, se mi riesce. Un avviso dunque per gli amici giornalisti: in Cile si vota in autunno per le elezioni presidenziali, ma giuro solennemente che, pur andando là, non intendo per ora candidarmi. A presto.

5 Risposte a “Chi vuol essere democratico ?”

  1. Roberto Bertoli Dice:

    Carissimo Lapo,
    buon viaggio (di andata e ritorno).
    Ricorderai, forse, che in un precedente commento, mi ero premurato di far balenare la prospettiva che proprio il Cile potesse esser un luogo sulla terra ove… chiedere asilo politico; pur non potendo esportarvi l’arte degli INTI ILLIMANI, avremmo potuto vantare un credito, maturato 36 anni fa.
    Può esser utile tenercela cara questa “credenziale”, anche se so che rischia di non aver alcun valore, per almeno tre ragioni:
    - in quanto di poco successiva a De Gasperi;
    - precedente agli “U 2”;
    - precedente alla discesa nel mondo di chi, oggi (e non si sa per quanto tempo ancora) di anni ne vanta solo 34.
    Piuttosto, una cosa mi piace registrare: che nel PD si è creata un’area, chiamata “ETICAMENTE”. L’ho appresa dal Blog di Nando dalla Chiesa, colui che sembra l’abbia creata.
    Una buona notizia in più per “CHI VUOL ESSERE DEMOCRATICO”.
    Buoni viaggi (a te e all’accompagnato DOCG), quindi.
    Ci vediamo il 30. Almeno io ti vedrò; spero si sia in tanti!

    Roberto Bertoli

    P.S.
    Non è male aver iniziato la Festa dell’Annunziata, a quest’ora “bruciata”, con una buona notizia. Grazie!

  2. Sofia Dice:

    Io voglio essere democratica! E lunedì ci sarò.
    Sofia

  3. Yuri Dice:

    Egr. Sig. Bertoli,

    ma l’ha capito che le primerie sono finite???? Basta……

    p.s. pubblicatelo per favore….

  4. Roberto Bertoli Dice:

    Gentilissimo “Signore degli anelli”,
    mi riferisco alla punzecchiatura, al di là della considerazione se me la sia meritata o meno.
    La prima frecciata sta in quell’incipit (“Egregio”): chi vuol esser Democratico (ed io lo desidero) stenta a riconoscersi come uno… “fuori dal gregge”, incontaminato. Così come, del resto, affibbiare quest’epiteto a un interlocutore, ritengo equivalga a volerlo collocare al di fuori del “gruppo”. Per questo, mi sembra inappropriato.
    Nel merito (a volerlo cercare), personalmente, non ritengo che vi siano dei “punti di non ritorno” (tanto meno in politica). Ancor meno penso che qualcuno possa individuarne uno in quel “sondaggio aperto (fin toppo, stando a quel che risulta)” che è stato fatto a Firenze il 15 febbraio scorso.
    In ogni caso, anche se “il pensiero dominante” dovesse affermare (perfino con una punta di spregio) il contrario, non ho difficoltà ad ammettere che rimango delle mie idee.
    Non mi prefiggo di convincere, né tanto meno di “convertire” alcuno.
    Se anziché al golpe in Cile (1973), mi fossi riferito –poniamo- all’Alluvione del 1966 per ritrovare il senso di emozioni ed impegni che non possono che appartenere alla generazione che ha vissuto quegli anni, mi si sarebbe opposta, parimenti, l’evidenza (!?) del risultato delle Primarie?
    Posso chiedere, di grazia, che…. ci azzecca?

    Roberto Bertoli

    P.S.
    Si dispensa dal rispondere.

  5. Gianfranco Dice:

    Io invece la dico la mia: RENZI NON LO VOTO NEANCHE MORTO. Se avevo seri dubbi prima le scemenze che ho sentito di recente mi hanno convinto del tutto. Sono alla disperata ricerca di cosa fare, e devo dire che il quadro è desolante. Ovviamente se ci ritroviamo un personaggio del genere la colpa è anche di tanti altri: il disastroso Domenici, per rimanere nella parrocchia, e tanti altri, per spaziare nell’italietta di oggi. Forse la cosa meglio da fare è abbandonare la barca che affonda. Non il PD o altro partito ma, appunto, l’italietta.

Rispondi

XHTML: Puoi usare questi tag: <a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <strike> <strong>