Non conoscevo personalmente Pietro Ferrero, un mio quasi coetaneo, amministratore delegato del gruppo omonimo, stroncato da un infarto – come il nonno – mentre si allenava in bicicletta durante una missione in Sud Africa, con una trentina di dirigenti della sua azienda finalizzata all’imminente apertura di uno stabilimento.
Nutella, Ferrero Rocher, Mon Cheri, Kinder, Esta the, Tic Tac, ovunque sia stato nel mondo ho incontrato l’Italia anche tramite i marchi di maggior successo del gruppo dolciario piemontese: un fatturato da paura e un gruppo di manager legati da un profondo affetto alla casa madre italiana, in Australia come in Brasile.
Le cronache online dei giornali raccontano stasera alcuni aspetti della persona: la moglie e i tre figli piccoli, il rapporto con il fratello minore e il padre, la passione per la bicicletta, una vita privata gelosamente protetta, il carattere solare e solido.

Al di là della passione per i prodotti dell’azienda – che mi unisce ai 60 milioni di italiani – rimasi colpito dalla vicenda della Ferrero a partire da un paio di episodi raccontatimi dai manager dell’azienda che ho conosciuto: i lavoratori degli stabilimenti ad Alba a spalare il fango assieme alla famiglia Ferrero durante l’alluvione in Piemonte per riaprire prima possibile, l’invenzione di nuovi prodotti ispirati direttamente dal padre e discussi e testati in famiglia.

Nel mondo del capitalismo globale, del capitalismo finanziario anonimo e spietato, la famiglia Ferrero è stato ed è un esempio straordinario della faccia migliore del capitalismo italiano. Un’azienda globale, marchi storici e continua innovazione, passione misurata per la finanza.

Non voglio scrivere parole stucchevoli, ma non mi spiegherei altrimenti come questa mia personale impressione si rispecchia in tutti i commenti che ho trovato sulla rete a partire dall’annuncio della tragica notizia.
Viviamo tempi davvero bui. In cui il capo del governo bombarda quotidianamente uno ad uno tutti i pezzi dello Stato che dovrebbe invece governare. Dove la legalità è piegata alle convenienze personali. Dove la selezione politica si fonda sulla fedeltà canina e sul servilismo oppure sul populismo anti-sistema.
Pietro Ferrero, la sua famiglia, l’azienda sono invece un esempio dell’Italia migliore. Di quella che proprio stasera mi piace ricordare con affetto.