Commenti a: Sono incazzato nero e tutto questo non lo accetterò più http://www.lapopistelli.it/wp/index.php/2010/11/sono-incazzato-nero-e-tutto-questo-non-lo-accettero-piu/ Il blog. Sun, 07 Nov 2010 22:18:31 +0000 http://wordpress.org/?v=2.9.2 hourly 1 Di: alessandro palchetti http://www.lapopistelli.it/wp/index.php/2010/11/sono-incazzato-nero-e-tutto-questo-non-lo-accettero-piu/comment-page-1/#comment-3731 alessandro palchetti Thu, 04 Nov 2010 00:08:04 +0000 http://www.lapopistelli.it/wp/?p=1605#comment-3731 ciao Lapo, con vero piacere, dopo tanto tempo, trovo un tuo nuovo post in questo blog che ormai credevo (temevo) chiuso. Il puttaniere tira dritto, e che potrebbe fare altrimenti?, ma il peggio è che tutto il mondo politico se ne sta immobile, in attesa che cada da solo (improbabile) o che Fini lo defenestri (auspicabile). Nel frattempo, ci tocca sorbirci le scemenze di Renzi, un Berlusconi ipertricotico e giovane con la esse sibilante che parla la stessa identica lingua con 20 anni di ritardo e che inspiegabilmente raccatta consenso, proprio come l'altro nel '94, ma nello schieramento opposto! E noi, tutta Italia, ad aspettare che il resto, la politica, si svegli dal coma e smetta di lamentarsi del 20% di niente che le viene concesso per cercare di rimediare al nulla eterno dell'ennesimo governo Berlusconi e di un'opposizione latitante. E intanto qua si muore. Hai ragione, giovani, fisco e soprattutto lavoro - ma senza ideologizzare, mi sono rotto di sentir parlare di lavoratori e padroni come negli anni '50 - un lavoro che non necessariamente debba essere inteso come lavoro dipendente, ma LAVORO, produzione di ricchezza e di altro lavoro, fabbriche e imprenditoria, artigianato e libere professioni. Diamo una spinta forte, decisa, al lavoro ed un calcio nelle palle all'evasione, alla corruzione, al nepotismo. Rimettiamo a posto la "squola", creiamo non soltanto nuovi posti nella ricerca e nell'università, ma liberiamole anche, e una volta per tutte, dalla farsa dei concorsi di ammissione e dai baroni intoccabili. Rivediamo la nostra fiscalità, adeguiamola alle nuove necessità di una società più spendacciona e meno formichina, ma affermiamo, ancora, la necessità di pagarle le tasse, e di pagarle tutti ed in maniera equa. Lotta all’evasione, ma non demonizzazione di questa o quella categoria. Qua si muore. Mentre noi aspettiamo che i Bondi, i Cicchitto, i Capezzone e tutti gli altri yesmen tolgano finalmente il disturbo, divenendo i portavoce solo di se stessi, mentre noi aspettiamo che i politici, vecchi e nuovi purché motivati e capaci, riprendano il controllo del Parlamento e diano nuovo impulso alla nostra economia ed alle nostre finanze dobbiamo fare i conti con il quasi niente che ci entra in tasca, con un mondo affogato dalla disoccupazione e dalla CIG o, come nel mio caso, dalle fatture insolute. Qua si muore, Lapo. Vent’anni di berlusca e celodurismo hanno spaccato l’Italia non in due, ma forse in centomila pezzi, hanno diviso il paese in frammenti delle dimensioni di tessere di un puzzle che solo persone di buona volontà e infinita pazienza potranno, forse, ricomporre. Nel frattempo, però, è anche l’ora di tagliare con un certo tipo di assistenzialismo, con l’Italia a doppia velocità, col sud affamato che aspetta non si sa cosa sommerso dalla spazzatura ed il nord ricco e grasso che non comprende più perché deve continuare a versare soldi in una cassa comune che poi comune non sarà mai. Se le stravaganze filoceltiche dei Calderoli, dei Borghezio e dei Bossi fanno ancora sorridere i sani di cervello non si può non condividere il desiderio di chi, producendo tanta ricchezza, rivendica per la propria comunità qualcosa di più. Aiutiamo il sud ad emergere, ma per davvero. E per fare questo occorre ripartire dal basso, dall’educazione delle nuove generazioni, dalla scuola e dalla famiglia, dal rispetto delle regole e delle leggi, di tutte, comprese quelle “più banali” dell’obbligo di indossare il casco in motorino o del divieto di viaggiare in tre su uno scooter! Da oggi le classi dirigenti di tutte le Amministrazioni paghino anche direttamente i propri insuccessi e le proprie incapacità, perché la loro incapacità danneggia il bene pubblico, che significa di tutti e non di nessuno. Per concludere, come non condividere la necessità di un patto tra volenterosi, e chissenefrega di chi c'è, Fli va benissimo anche perché, per fortuna, gli ex aennini impresentabili, i La Russa, i Gasparri.., sono rimasti col bauscia, vada pure per Di Pietro e se fosse possibile anche per quei fulminati più a sinistra, benvenuto a Casini.......adesso quello che conta è voltare pagina, in fretta, ma stavolta in maniera definitiva, poi si vedrà, ognuno segua la sua strada e in bocca al lupo a tutti! Ti aspetto al varco, Lapo. Dai voce a tutte le tue idee, di nuovo anche su questo blog, la sconfitta delle primarie è lontana, è l’ora di ricominciare da capo perché ‘a nuttata sta finendo, davvero. Ti abbraccio Alessandro ciao Lapo,
con vero piacere, dopo tanto tempo, trovo un tuo nuovo post in questo blog che ormai credevo (temevo) chiuso. Il puttaniere tira dritto, e che potrebbe fare altrimenti?, ma il peggio è che tutto il mondo politico se ne sta immobile, in attesa che cada da solo (improbabile) o che Fini lo defenestri (auspicabile). Nel frattempo, ci tocca sorbirci le scemenze di Renzi, un Berlusconi ipertricotico e giovane con la esse sibilante che parla la stessa identica lingua con 20 anni di ritardo e che inspiegabilmente raccatta consenso, proprio come l’altro nel ‘94, ma nello schieramento opposto! E noi, tutta Italia, ad aspettare che il resto, la politica, si svegli dal coma e smetta di lamentarsi del 20% di niente che le viene concesso per cercare di rimediare al nulla eterno dell’ennesimo governo Berlusconi e di un’opposizione latitante.
E intanto qua si muore.
Hai ragione, giovani, fisco e soprattutto lavoro – ma senza ideologizzare, mi sono rotto di sentir parlare di lavoratori e padroni come negli anni ‘50 – un lavoro che non necessariamente debba essere inteso come lavoro dipendente, ma LAVORO, produzione di ricchezza e di altro lavoro, fabbriche e imprenditoria, artigianato e libere professioni. Diamo una spinta forte, decisa, al lavoro ed un calcio nelle palle all’evasione, alla corruzione, al nepotismo. Rimettiamo a posto la “squola”, creiamo non soltanto nuovi posti nella ricerca e nell’università, ma liberiamole anche, e una volta per tutte, dalla farsa dei concorsi di ammissione e dai baroni intoccabili. Rivediamo la nostra fiscalità, adeguiamola alle nuove necessità di una società più spendacciona e meno formichina, ma affermiamo, ancora, la necessità di pagarle le tasse, e di pagarle tutti ed in maniera equa. Lotta all’evasione, ma non demonizzazione di questa o quella categoria.
Qua si muore.
Mentre noi aspettiamo che i Bondi, i Cicchitto, i Capezzone e tutti gli altri yesmen tolgano finalmente il disturbo, divenendo i portavoce solo di se stessi, mentre noi aspettiamo che i politici, vecchi e nuovi purché motivati e capaci, riprendano il controllo del Parlamento e diano nuovo impulso alla nostra economia ed alle nostre finanze dobbiamo fare i conti con il quasi niente che ci entra in tasca, con un mondo affogato dalla disoccupazione e dalla CIG o, come nel mio caso, dalle fatture insolute.
Qua si muore, Lapo.
Vent’anni di berlusca e celodurismo hanno spaccato l’Italia non in due, ma forse in centomila pezzi, hanno diviso il paese in frammenti delle dimensioni di tessere di un puzzle che solo persone di buona volontà e infinita pazienza potranno, forse, ricomporre. Nel frattempo, però, è anche l’ora di tagliare con un certo tipo di assistenzialismo, con l’Italia a doppia velocità, col sud affamato che aspetta non si sa cosa sommerso dalla spazzatura ed il nord ricco e grasso che non comprende più perché deve continuare a versare soldi in una cassa comune che poi comune non sarà mai. Se le stravaganze filoceltiche dei Calderoli, dei Borghezio e dei Bossi fanno ancora sorridere i sani di cervello non si può non condividere il desiderio di chi, producendo tanta ricchezza, rivendica per la propria comunità qualcosa di più. Aiutiamo il sud ad emergere, ma per davvero. E per fare questo occorre ripartire dal basso, dall’educazione delle nuove generazioni, dalla scuola e dalla famiglia, dal rispetto delle regole e delle leggi, di tutte, comprese quelle “più banali” dell’obbligo di indossare il casco in motorino o del divieto di viaggiare in tre su uno scooter! Da oggi le classi dirigenti di tutte le Amministrazioni paghino anche direttamente i propri insuccessi e le proprie incapacità, perché la loro incapacità danneggia il bene pubblico, che significa di tutti e non di nessuno.
Per concludere, come non condividere la necessità di un patto tra volenterosi, e chissenefrega di chi c’è, Fli va benissimo anche perché, per fortuna, gli ex aennini impresentabili, i La Russa, i Gasparri.., sono rimasti col bauscia, vada pure per Di Pietro e se fosse possibile anche per quei fulminati più a sinistra, benvenuto a Casini…….adesso quello che conta è voltare pagina, in fretta, ma stavolta in maniera definitiva, poi si vedrà, ognuno segua la sua strada e in bocca al lupo a tutti!
Ti aspetto al varco, Lapo. Dai voce a tutte le tue idee, di nuovo anche su questo blog, la sconfitta delle primarie è lontana, è l’ora di ricominciare da capo perché ‘a nuttata sta finendo, davvero.
Ti abbraccio
Alessandro

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